Ciao a tutti voi, amanti dell’interior design e curiosi dell’innovazione!
Siete pronti a gettare uno sguardo al futuro del nostro settore? Sì, proprio quello che sembrava essere riservato solo ai film di fantascienza, ora è sulla soglia della nostra realtà: diventare dei veri e propri designer strategici. Ma aspetta, non accendiamo ancora i proiettori e non spalanchiamo le porte dell’ignoto! È ora di immergerci nel mondo del design del domani, navigando tra storia e innovazione.
Durante il periodo che va dal 1950 al 2000, l’interior design ha vissuto una fase di consolidamento delle sue basi. Questa è stata un’epoca caratterizzata da grandi maestri del design che hanno gettato le fondamenta del nostro mestiere. Da Eero Saarinen a Charles e Ray Eames, Martha Stewart a Frank Lloyd Wright i protagonisti di questa epoca hanno portato il design a nuovi livelli di raffinatezza ed eleganza.
Questo periodo è stato contraddistinto da un’attenzione particolare all’estetica e alla funzionalità degli spazi. Le case e gli ambienti di lavoro dovevano essere non solo belli da vedere, ma anche pratici e confortevoli da vivere. L’interior design di questo periodo si concentrava principalmente sull’arredamento e sulla disposizione degli spazi, con una predilezione per uno stile moderno e minimalista.
Inoltre, è stato durante questo periodo che sono nate le prime istanze di metodologia di design thinking. Anche se non era ancora ampiamente diffuso come lo è oggi, il concetto di pensiero progettuale ha iniziato a emergere, aprendo la strada a una nuova era nel mondo del design.
Nel periodo che va dal 2000 al 2020, l’interior design ha subito una trasformazione radicale grazie all’avvento del design thinking e delle tecnologie emergenti.
Il design thinking, come lo conosciamo oggi, ha le sue radici nel mondo accademico e aziendale. Nasce principalmente dalle idee e dalle sperimentazioni di due importanti figure: il professore di design David Kelley e il dottor Larry Leifer, entrambi della Stanford University. È negli anni ’80 e ’90 che il concetto di design thinking ha iniziato a prendere forma, con Kelley che fonda l’agenzia di design IDEO e Leifer che introduce il termine stesso all’interno del programma di design della Stanford.
Il design thinking è nato come risposta alla necessità di affrontare problemi complessi e sfide multidisciplinari in modo più creativo ed efficace. Si è sviluppato attraverso la fusione di concetti provenienti da diverse discipline, tra cui design, psicologia, ingegneria e business. L’obiettivo principale è quello di sviluppare soluzioni innovative che mettano al centro le esigenze degli utenti e risolvano problemi reali.
L’importanza del design thinking si è presto diffusa in altri ambiti oltre al design tradizionale. Settori come l’educazione, la sanità, la consulenza aziendale e persino il governo hanno adottato questa metodologia per affrontare sfide complesse e migliorare i processi decisionali.
È naturale che il design thinking abbia fatto il suo ingresso nell’interior design. Con la sua enfasi sull’empatia, la definizione del problema e l’ideazione creativa, questa metodologia si adatta perfettamente alla natura multidisciplinare e centrata sull’esperienza dell’interior design. I designer utilizzano il design thinking per comprendere meglio le esigenze dei loro clienti, generare soluzioni innovative e testarle in modo iterativo per garantire risultati soddisfacenti.
Tuttavia, nonostante i numerosi vantaggi, ci sono ancora alcune difficoltà nell’applicazione del design thinking oggi. La sua natura iterativa e sperimentale può richiedere tempo e risorse considerevoli. Inoltre, la necessità di coinvolgere un team multidisciplinare e di gestire le aspettative dei clienti può rappresentare delle sfide aggiuntive. Tuttavia, con la giusta formazione e un impegno costante, queste difficoltà possono essere superate.
È importante che il design thinking entri nel campo dell’interior design poiché i designer devono risolvere e gestire problemi sempre più complessi. L’approccio estetico tradizionale è ormai superato, grazie alle tecnologie e all’intelligenza artificiale generativa che sostituiranno molti task del designer. Guardando al futuro, è chiaro che il design thinking continuerà a evolversi e ad adattarsi alle esigenze mutevoli del mondo moderno. Con l’accelerazione dei cambiamenti tecnologici e sociali, diventa sempre più importante per i designer abbracciare una mentalità aperta e sperimentale. Il design thinking rimane uno strumento prezioso per affrontare le sfide complesse del nostro tempo e creare soluzioni che migliorano la vita delle persone.
Guardando al futuro, ci troviamo di fronte a un’epoca straordinaria: il decennio che va dal 2020 al 2030. In questo periodo affascinante, il design thinking si troverà a dover affrontare nuove sfide e opportunità, soprattutto nel contesto dell’emergente del metaverso e del mondo digitale in continua evoluzione.
Il metaverso, o Web 3.0 come alcuni lo definiscono, è un’entità in divenire, un universo digitale che si fonde sempre di più con la realtà fisica. In questo ambiente dinamico e complesso, è indispensabile adattare il design thinking per rispondere alle esigenze e alle sfide uniche di questo nuovo mondo.
La necessità di adattamento deriva dalla rapida evoluzione delle tecnologie e delle dinamiche sociali. Mentre il design thinking ha dimostrato la sua efficacia nel risolvere problemi e generare soluzioni innovative, è fondamentale riconoscere che il contesto digitale richiede approcci specifici e strumenti adeguati.
Oggi, non esiste una sola metodologia di design thinking. Al contrario, ci sono molte varianti e approcci che si adattano a diversi contesti e esigenze. Da qui la necessità di scegliere il modello e gli strumenti giusti per ogni progetto.
Proprio in questo contesto, ho sviluppato una metodologia basata sui migliori modelli di design thinking “The MIND”, strategia aziendale e design dell’innovazione. Questa metodologia integra strumenti avanzati per semplificare la scelta del modello e degli strumenti più adatti a ogni singolo progetto di creazione di concept design per interni.
Integrando l’empatia e la creatività del design thinking con le strategie aziendali e gli strumenti innovativi, questa metodologia offre un approccio completo e integrato per affrontare le sfide del metaverso. In un mondo in cui le idee e le tecnologie si fondono in modi sempre più complessi, è fondamentale avere un metodo chiaro e efficace per guidare il processo creativo e ottenere risultati tangibili.
Quindi, cari lettori, il futuro del design è qui e ora. È il momento di abbracciare il cambiamento, di abbandonare i vecchi schemi e di abbracciare il pensiero strategico, l’innovazione tecnologica e l’approccio centrato sull’umano. Diventare un designer strategico non è solo un lavoro, è una missione. È l’opportunità di trasformare il nostro mondo, uno spazio (fisico o digitale) alla volta.
In conclusione, vi invito a unirvi a noi in questo viaggio verso il futuro del interior design. L’interior design non è mai stato così eccitante e pieno di possibilità. Sia che siate nuovi arrivati o veterani del settore, c’è sempre qualcosa da imparare e da esplorare. Quindi, prendete la vostra tazza di caffè (o tè, se preferite) e preparatevi a diventare i designer strategici del domani!
E voi, cosa ne pensate di questo nuovo corso del design? Siete pronti a diventare dei veri e propri visionari? Fatecelo sapere nei commenti e continuate a seguire il nostro blog per altre avventure nel mondo dell’interior design!
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